Rabbi Nachman di Breslov – Pesach e la redenzione futura

08/04/2015 Off di Miriam Oryah

La Luce della Pesach-Pasqua originaria
(dal libro: La luce di Pesach)
Copyright © 2012 Rabbi Avraham Sutton

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Da dove proveniva la luce che si manifestò in tutta la sua grandezza durante il Pesach (Pasqua ebraica) originaria? Rabbi Nachman di Breslov domanda e risponde che fu “presa in prestito” dal futuro (1 Likutey Halakhot, Orach Chayim, Netilat Yadayim Shachrit 2:6).

Qual è l’essenza della redenzione dall’Egitto? Da quale “luogo” e “tempo” sono stati presi [“in prestito”] tutti i miracoli e i prodigi soprannaturali che si sono verificati allora, quando Hashem cambiò completamente e capovolse l’ordine naturale del mondo, annullando le leggi e le costanti della natura, e rivelando così la sua provvidenza non mitigata sul mondo?

Tutto è stato preso in prestito dal livello chiamato ha’ketz ha’acharon (il tempo finale), vale a dire dalla luce che sarà rivelata in quel tempo. [Infatti Hashem ci dimostrerà che non è mai esistito qualcosa come la “natura”.] Le cosiddette leggi della natura saranno annullate [e tutti vedranno che erano solo una copertura per l’ininterrotta e diretta provvidenza di Dio].

Il tempo finale non è altro che il grande Shabbat [che culminerà nei 6000 anni di questo mondo], è Alma d’atei (il mondo futuro), il completo Shabbat [che farà seguito ai “giorni feriali” di questo mondo].
Hashem estrae la luce della provvidenza da questo futuro ultimo, dal sof ha’olam (vale a dire, da oltre i confini noti del mondo), dal ketz ha’acharon (il futuro finale) [al fine di rovesciare l’ordine naturale e liberarci dal nostro personale e collettivo Mitzrayim-Egitto].

Nella fonte di cui sopra, Rabbi Nachman aggiunge nei suoi Likutey Moharan I 250:

Quando nel Santo si desta la compassione per Israele, per liberarli dal loro esilio e porre fine alla loro sofferenza, Hashem effonde la sua hashgachah (Divina Provvidenza) su di loro, prendendola dal sof ha’olam (l’estremità del mondo), cioè dal ketz (fine del tempo) futuro, quando Egli annullerà completamente la “natura” [sfatando l’illusione che esista qualcosa di separato da Lui], rivelando che non esiste nient’altro che la sua hashgachah-provvidenza.

Questo è il significato di: “I cieli [da noi percepiti ora con i nostri occhi] si dissolveranno come fumo, e la fisicità della terra si affievolirà, come un vestito consunto; i corpi fisici degli abitanti della terra moriranno, soltanto la mia salvezza [pura hashgacha, genuina e incontaminata] durerà per sempre” (Isaia 51:6). Quindi, anche oggi [nella storia umana], quando Hashem vuole determinare la fine di una civiltà particolare, al fine di elevare Israele, Egli effonde su di loro la Sua hashgachah-luce dal ketz ha’olam (cioè oltre i confini del mondo).

Come si vede dagli insegnamenti di Rabbi Nachman c’è un modo ancora più profondo di vedere questa luce. Se la luce della Yetziat Mitzrayim, la luce dell’esodo dall’Egitto, è stata presa in prestito dalla luce del ketz-ha’acharon, la fine ultima, e non è altro che la luce della redenzione futura, qual è la fonte della luce della redenzione? Da dove sarà “tratta”?

In effetti la redenzione futura sarà infinitamente più potente (nella proporzione di 50 x 50) rispetto alla Pasqua originale, com’è implicitamente detto nel versetto del profeta Michea 7,15: “Ki’mei tzet’khem me’eretz Mitzrayim ereinu niflaot – come nei giorni del vostro esodo dall’Egitto, mostrerò loro (vale a dire, all’ultima generazione) niflaot – meraviglie”, dove la parola niflaot può essere letta come nun-pelaot, “50 x 50 volte il livello di meraviglie”, dove la lettera nun è scritta nun-vav-nun, cioè 50 x 50.

Ci sono numerose fonti che dicono tutte la stessa cosa: la luce della redenzione futura, la luce del Mashiach-Messia, la luce del Beth HaMikdash-Tempio di Gerusalemme e la luce del grande Shabbat, sono tutte manifestazioni della Or HaGanuz, la luce originale, che Hashem ha messo da parte per creare l’universo, insieme all’uomo (Midrash Genesi Rabbah 11:2; Chagigah 12a, e commento di Rashi alla Genesi 1:4).

Rabbi Yehuda bar Simon ha detto: La luce [spirituale o mentale] che il Santo ha creato il primo giorno della creazione era così grande che Adamo poteva vedere da un capo all’altro del mondo. Quando il Santo previde gli atti malvagi delle generazioni del diluvio e della torre di Babele, decise di mettere da parte quella luce per i giusti [che sarebbero risorti] in futuro. Come sappiamo che Hashem nascose questa luce? Perché è scritto: “Ha messo la luce al riparo dal malvagio” (Giobbe 38:15). Come facciamo a sapere che l’ha messa da parte per i giusti nel futuro? È scritto, “La via del giusto è come una luce radiosa che diventa più brillante sino al mezzogiorno” (Proverbi 4:18).

Nello Zohar 1:30 b e b 1:31 leggiamo:

È scritto: “Elokim disse: Sia luce e ci fu Luce”.
Questa è la Prima Luce superna che esisteva prima della creazione dell’universo. Da questa uscirono tutte le moltitudini e le forze, e la terra fu addolcita, e il suo potere portato alla luce … Quando il Santo previde gli atti dei malvagi del mondo la nascose, e ora viene rivelata solo in modi nascosti e oscuri.

Rabbi Yitzchak ha detto: La luce con cui il Santo ha creato il mondo era onnipresente. Si estendeva da un’estremità all’altra dell’universo. Poi la nascose, così che i malvagi non ne abusassero per i loro scopi. La riservò quindi per i giusti [che sarebbero risorti], com’è scritto: “La luce è seminata per il giusto, e la gioia per i retti di cuore” (Salmo 97:11).
Quando il Santo rivelerà infine quella luce, tutti i mondi saranno addolciti [rettificati]. Tutto sarà UNO. Fino a quel giorno futuro, essa [la luce unificata] resterà nascosta.

E nel Sefer Bahir 160 è scritto:

Rabbi Berakhyah si sedette, spiegando: “Ogni giorno si parla del mondo-a-venire. Ma capiamo cosa significa? In aramaico Olam Haba (il mondo-a-venire) è Alma d’Atei (il mondo-che-è venuto). E qual è il significato del mondo-che-è venuto? Abbiamo imparato: “Prima che il mondo fosse creato, sorse nel Pensiero il desiderio di creare una grande luce per illuminarlo. Il Santo creò dunque una luce così grande che nessuna cosa creata poteva sostenere … Prevedendo che il mondo non sarebbe stato in grado di sopportare [la piena intensità di] questa luce, il Santo ne prese un settimo, lasciandola lì per il mondo. Il resto [cioè, la maggior parte della luce] la mise da parte per i giusti nel futuro ultimo. Poi disse: Se si mostrano degni di questo settimo, salvaguardandolo, gli darò il resto nel mondo finale. Questo è il motivo per cui si chiama Alma d’atei (il mondo-che-venne), perchè esisteva già da [prima] i sei giorni della creazione. Per quanto riguarda questa luce è scritto: “Quanto grande è il bene che hai riposto per coloro che ti temono” (Salmo 31:20).

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