MEDITAZIONE PER RICEVERE LA LUCE ESSENZA DELLE SEFIROT DELL’ALBERO DELLA VITA

MEDITAZIONE PER RICEVERE LA LUCE ESSENZA DELLE SEFIROT DELL’ALBERO DELLA VITA

31/03/2021 Off di Miriam Oryah

La radice della nostra anima si trova in Alto nelle dimensioni spirituali più elevate, unita eternamente all’Albero della Vita, l’Infinito, mentre l’anima che si incarna nel nostro corpo è soltanto un “ramo” dell’Albero della Vita.

La radice è chiamata il mazal di una persona, in termini correnti “fortuna”, e da questa radice discende tutto il sostentamento al ramo/anima che si è rivestito nel corpo.

La radice superiore dell’anima è estremamente elevata e sublime, ha origine all’apice dell’universo di Atzilut, mentre il ramo è estremamente lungo e discende attraverso tutti gli universi spirituali, da Azilut in Beryah, da Beryah in Yetzirah, sino a che la sua estremità più bassa si riveste nel corpo fisico nel nostro mondo di Asya.

Ad ogni livello, in ogni universo, questo ramo dell’anima lascia una sub-radice, cosicché non c’è anima in vita che non sia collegata alla Sorgente Infinita. Attraverso il nostro comportamento positivo possiamo ripercorrere tutte le tappe dal basso verso l’Alto.

Rabbi Chaim Vital, nel suo importantissimo libro “Le porte della santità” (Shaarei haKedusha) ci insegna che per arrivare alla nevuah, lo stato profetico, bisogna disvestire e separare la nostra anima da tutta la fisicità che ci tiene ancorati qui in basso, e unirci spiritualmente e mentalmente alla nostra radice superna.

Infatti esiste una sola “Luce” chiamata “la Luce delle Anime”. A quel livello sublime tutte le anime che si sono incarnate in questo mondo si trovano ancora unite insieme in una singola entità, la Shekhinà.

Naturalmente disvestire e separare la nostra anima da tutta la fisicità che troverete menzionato in tutte le opere antiche che trattano di nevuah (profezia) e ruach ha’kodesh (illuminazione spirituale), non va inteso in senso letterale.

L’anima non si allontana dal corpo come avviene durante il sonno, perché in questo caso non staremmo parlando di nevuah ma di sogni comuni. Invece, lo stato profetico arriva quando siamo svegli e la nostra anima è nel nostro corpo. Che cosa significa dunque spogliare l’anima dalla fisicità?

Spogliare significa far cessare ogni pensiero, come se la nostra anima si fosse allontanata. Ovvero bisogna impedire alla facoltà immaginativa, legata alla nefesh, la nostra anima di base che si trova nel sangue e che è la più legata alla materialità, di evocare immagini o sognare ad occhi aperti o pensare a qualsiasi cosa connessa al mondo fisico.
A questo punto usando la nostra facoltà immaginativa dobbiamo visualizzarci nel risalire verso gli universi superni, di gradino in gradino:

  • da Asyah (il nostro mondo) in Yetzirah (il mondo degli angeli)
  • da Yetzirà in Beryah (il mondo delle anime)
  • da Beryah in Azilut (il mondo delle Sefirot)
  • da Azilut all’En Sof Infinito..

Lasciamo che la grande luce che troveremo in quel luogo d’origine della nostra anima si incida nella nostra mente, visualizzandola con la nostra facoltà immaginativa.

Ora intendiamo ricevere la luce dalla radice superiore della nostra anima che è connessa alle dieci sefirot di Atzilut.

Poi, con la potenza della luce che riceviamo bisogna avere l’intenzione di elevare le dieci sefirot, dalla più bassa a quella più alta.

Iniziamo elevando la luce delle sefirot:

  • da Malchut in Yesod,
  • da Yesod in Hod,
  • da Hod in Netzach,
  • da Netzach in Tiferet,
  • da Tiferet in Ghevurà,
  • da Ghevurà in Chesed,
  • da Chesed in Binah,
  • da Binah in Chokhma,
  • da Chokhma in Keter,
  • e finalmente da Keter nella Sorgente Infinita dell’En Sof Infinito..

Da questa cima elevatissima ora dobbiamo riportate giù l’illuminazione

  • dall’En Sof Infinito in Keter,
  • da Keter a Chokhma,
  • da Chokhmà a Binah,
  • da Binah a Chesed,
  • da Chesed a Ghevurà,
  • da Ghevurà a Tiferet,
  • da Tiferet a Netzach,
  • da Netzach a Hod,
  • da Hod a Yesod,
  • da Yesod a Malchut.
    Nel loro illuminarsi di nuova luce dall’Alto, le sefirot gioiranno e risplenderanno immensamente di nuova consapevolezza.

Nel discendere di livello in livello, portiamo giù quanta più luce possiamo per illuminare i vari aspetti della nostra anima,

  • dalla nostra anima Yechida in Keter alla nostra anima Chaya in Chokhmà,
  • da Chaya/Chokhmà alla nostra anima Neshama in Binah,
  • da Neshama/Binah alla nostra anima Ruach in Tiferet
  • e finalmente da Ruach/Tiferet alla nostra Nefesh che si trova nel nostro sangue e quindi in ogni parte del nostro corpo in Malchut.

In questo modo avremo infuso tutte le nostre parti fisiche e spirituali con la luce dell’Infinito En Sof.

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