Zohar sulla magia nera

07/11/2010 Off di Miriam Oryah

Dal libro “Tecnologia e Ritorno all’Eden”
di Rabbi Avraham Sutton

Capitolo 12

Rabbi Avraham Sutton

Rabbi Avraham Sutton

Insegna lo Zohar:[1]

Quando il volto del Re risplende [ovvero, è rivelato], nessuna forza negativa può esistere, ogni magia nera e divinazione fallisce.

Infatti quando Hashem si rivela, il male viene smascherato come il nulla che è effettivamente. Questo sulla base del principio che il buio può esistere solo quando la luce è nascosta, come affermiamo nelle nostre preghiere quotidiane: “Perciò speriamo solo in Te, Hashem nostro Dio — per vedere presto la Tua potenza [manifesta] in [tutto il suo] splendore.[Questo segnalerà] la rimozione dell’idolatria dalla terra e la distruzione completa di tutti i falsi dei [vale a dire, smascherando l’illusione che esistano altri poteri indipendenti da Te]. Il mondo sarà allora rettificato [e raggiungerà la sua perfezione] sotto la sovranità di Shadai [il modo della Divina Provvidenza che Tu utilizzi per sostenere tutta la creazione].”[2]

Quando Hashem rivelerà la Sua luce in tutta la sua gloria, non dovrà fare nient’altro. Qualsiasi illusione venutasi a creare in conseguenza del Suo nascondere la luce, sarà automaticamente smascherata come un nulla, e scomparirà.

Lo Zohar ci mette in guardia dal cercare di contattare le forze del male:[3]

Chi vuole praticare la magia nera… e legarsi alle forze del lato sinistro, dovrebbe stare alla luce di una candela… invocandoli.. [Ma attenzione, perchè] ogni persona che si allontana dalla santità di Dio offre la sua anima al potere dell’impurità.

La parola nachash viene solitamente tradotta con il termine serpente. Vediamo tuttavia la stessa parola usata ripetutamente nella Torah in connessione alla divinazione, alle forze occulte, alla magia nera e alla manipolazione psichica. Leggiamo riguardo a Bilaam: “Bilaam capì che Dio voleva benedire Israel; non cercò i nechashim (le forze occulte) come aveva fatto prima” (Numeri 24:1).

Leggiamo nello Zohar:[4]

Perchè chi pratica la divinazione è chiamato menachesh? Perchè è implicato (consapevolmente o meno) nel rafforzare il potere del nachash kadmoni(serpente antico).

Come vedremo in seguito, in un altro punto lo Zohar aggiunge:[5]

Tutti i diversi tipi di nechashaya (divinazione, magia nera) nel mondo sono collegati e traggono il loro potere dal nachash kadmoni, lo spirito di impurità. Per questo, tutti quelli che praticano la magia sono chiamati con il nome dimenachashim. Il loro potere deriva dal nachash.

Da questi due passaggi nello Zohar vediamo che i maghi neri non solo traggono il loro potere da questa cosa chiamata nachash; ma nel praticare la magia nera gli danno anche energia, rafforzando così il suo potere. Questo ci dà una visione profonda del carattere del nachash nel Giardino dell’Eden: si tratta essenzialmente di un parassita, è avido, per ottenere il potere promette il potere. Non avendo nulla di suo, succhia il suo potere da chi cade – per  via della sua astuzia – nelle sue grinfie, e con quel potere da l’impressione di possedere qualcosa di proprio.

Nello Zohar è scritto:[6]

La via del menachesh (l’indovino) è di dare potere alla sitra achra (l’altro lato dell’impurità) reprimendo e indebolendo il lato della santità.

In Deuteronomio 18:10, la Torah elenca i dieci tipi di divinazione: (1-3) kosemkesamim (la divinazione con i bastoni, la divinazione tirando a sorte), (4)me’onen (la divinazione dei momenti propizi e fortunati), (5) menachesh (la divinazione dai presagi), (6) mekhashef (stregoneria), (7) chober chaber(incantesimi per chiamare gli spiriti), (8) shoel ob (necromanzia, pitonismo, consultazione di medium), (9) shoel yidonee (consultazione di oracoli), (10)doresh el ha’metim (cercare di comunicare con i morti).

Lo Zohar spiega che il numero dieci ha qui un ulteriore significato:[7]

Analogamente alle dieci corone della fede (le dieci sefirot della santità) superne, ci sono dieci corone della divinazione impura inferiori.

In altre parole, secondo la Torah/Kabbalah…

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[1]Zohar Balak (3:211b), “Be’shaata de’anpei Malka nehoreen, zeeneen beesheen la kaymei be’kiyumayhu, ve’khol charsheen ve’khol kasmeen lo salkan be’charshayhu.”

[2]Alenu Prayer, secondo paragrafo.

[3]Zohar Tazria (3:43a).
[4]Zohar Vayakhel (2:215b).
[5]Zohar Chayey Sarah (1:125b).
[6]Zohar Vayakhel 2:215b; Zohar Vayechi (1:243b).
[7]Zohar Acharey Mot (3:70a); Zohar Shemini (3:41b); see Zohar Vayishlach (1:167a),Zohar Vaera (2:30b).
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