Trasformare l'esilio (galut) in redenzione (gheullà)

28/05/2012 Off di Miriam Oryah

Rav Avraham Sutton

Viviamo in un momento molto speciale, un momento finale. Molte profezie si sono già avverate e innumerevoli altre potrebbero compiersi presto. Siamo tornati nel nostro paese dopo duemila anni:

Questo dice Hashem: Ora Io libererò Giacobbe dalla sua prigionia e avrò compassione di tutta la casa di Israele…Quando li avrò riportati da tutte le nazioni e li avrò riuniti fuori dalle terre dei loro nemici, quando Io sarò santificato in mezzo a loro davanti agli occhi delle nazioni. Allora sapranno che io sono l’Eterno, Hashem, il loro Dio. Io sono Colui che ha causato il loro esilio fra le nazioni, e Io sono Quello che li riunirà nel loro paese, non permettendo che neanche uno di loro dimori altrove. Allora, non nasconderò più il Mio Viso ai loro occhi, perché riverserò il Mio Spirito (di profezia) sulla Casa di Israele, dice Hashem (Ezechiele 39:25-29) (nota 1).

E riguardo le profezie negative? Che cosa dobbiamo fare, visto che quasi tutto il mondo si sta alleando contro di noi? Hashem ci ha promesso che ci avrebbe salvato, ma le cose non sono così semplici. Non possiamo pensare di rimanere seduti immaginando che tanto saremo salvati. Dobbiamo cercare profondamente le risposte nella nostra anima, connettendoci al nostro Creatore.

Ad esempio, c’è una piccola profezia dello Zohar, riguardo a ciò che scrisse il profeta Zaccaria: “Ed ecco che arriva [“Oh Gerusalemme”], il giorno del Signore, in cui le cose di cui vi hanno spogliato torneranno ad essere divise fra voi. Perché io radunerò le nazioni che sono contro Gerusalemme e ci sarà una battaglia” (14:1).”

Lo Zohar commenta (1:119a):

Tutte le nazioni si uniranno contro la figlia di Giacobbe [Israele] per cancellarla dalla faccia della terra. Riguardo a quel momento, così è scritto: “Sarà un tempo di crisi per Giacobbe, ma lui sarà salvato” (Geremia 30:7)… In quel momento, i figli di Ismaele inciteranno tutte le genti della terra a entrare in guerra contro Gerusalemme, così come è stato scritto, “Perché io chiamerò a raccolta le nazioni contro Gerusalemme per la battaglia…” (Zaccaria 14:2). E anche: “I sovrani della terra si alzeranno e i governanti si alleeranno contro Hashem e contro il Suo unto… Lui che dimora nei cieli riderà. Dio si farà beffe di loro” (Salmo 2:2,4).

In un altro brano lo Zohar rivela la vera identità dei leader di queste nazioni che si uniranno contro Israele (2:58b):

In futuro il Santo Benedetto riporterà in vita (reincarnerà) tutti i re che hanno fatto del male a Israele, distruggendo sia il Tempio che Gerusalemme. [Tra di loro sono inclusi gli imperatori romani] Adriano e Lipinus, [insieme ai re babilonesi] Nebuchadenazar e Senacheriv, e tutti gli altri governanti dei popoli che hanno perpetrato la distruzione del Suo Tempio. Li riporterà tutti in vita insieme (nello stesso momento) e gli darà potere (sui loro rispettivi popoli). Anche le nazioni restanti si uniranno a loro [contro Israele]. Il Santo Benedetto allora li punirà pubblicamente [davanti agli occhi di tutta l’umanità]. [L’intero scenario raggiungerà il culmine] nei circondari di Gerusalemme. Questo è il significato del verso, “Questa è la piaga attraverso la quale Dio colpirà tutti i popoli che tzav’u [hanno intrapreso guerra] contro Gerusalemme…” Non è scritto ytzeve’u [che intraprenderanno la guerra], bensì tzav’u [che hanno intrapreso guerra in passato – indicando che tutti questi popoli e i loro leader si reincarneranno e tenteranno insieme di fare in futuro quello che sono riusciti a fare in passato individualmente].

In Ezechiele 38 leggiamo riguardo a Gog:

Hashem dice a Gog, “Io sono contro di te, Gog…metterò degli uncini nelle tue guance (cioè Ti scatenerò dentro un desiderio così forte che non sarai capace di resistervi), e comanderò te e tutto il tuo esercito…e molte altre nazioni con te…Preparati, Gog, preparati tu e tutte le tue truppe…In un futuro lontano tu marcerai contro un paese restaurato dopo le guerre, i cui abitanti sono stati riuniti in un solo popolo…Tu marcerai contro le lunghe desolate montagne di Israele…Tu arriverai, avvicinandoti come una tempesta, come una nuvola che copre la terra. Tu e tutte le tue divisioni e molti altri con te…In un futuro distante tu marcerai contro il Mio popolo, Israele, come una nuvola che copre la terra di Dio, Gog, Io ti condurrò alla Mia terra così le nazioni Mi riconosceranno quando Io verrò santificato attraverso di te mentre loro guardano”.

E nel capitolo 39:

“Sono contro di te, Gog….Io ti distruggerò. Ti porterò dalle parti più remote del nord fino alle montagne di Israele…Tu cadrai sulle montagne di Israele, tu e tutte le tue divisioni, e tutte le genti che saranno con te.”

Non c’è dubbio che tutto questo sia vero. Il pericolo è veramente reale. Ma dobbiamo tenere a mente una cosa molto importante: Hashem ci ama infinitamente e vuole aiutarci.

Non ci metterebbe mai in questa situazione di nuovo nel tempo se non ci amasse tanto. Vuole solo che ci rivolgiamo a Lui, che lo facciamo davvero, dal punto più profondo dei nostri cuori, con tutta la consapevolezza del pericolo fisico che corriamo noi, le persone che amiamo, che corre tutta l’umanità. Vuole che preghiamo sapendo perfettamente che c’è un pericolo imminente, ma c’è una differenza: che Hashem ci ama e vuole salvarci. Lui desidera che apriamo i nostri cuori e che sappiamo con certezza che Lui è qui.

Questo è ciò che Hashem ci chiese sul Mar Rosso:

Mosè disse al popolo: Non abbiate paura! Siate forti e preparatevi a vedere la salvezza che Hashem sta per portarci oggi! Perchè state ora vedendo gli egiziani per l’ultima volta. Non li vedrete mai più. Hashem combatterà per voi, dovete essere forti (Esodo 14:13-14)

In Geremia 29 leggiamo:

Perché Io conosco i pensieri che nutro per voi, dice Hashem. Sono pensieri di pace, non di male; [è tutto per] darvi acharit ve’tikvah (una fine che sia riempita dalla speranza). Ma dovete cercarMi. E allora Mi troverete, perché avrete cercato con tutto il vostro cuore. (29:11-13).

Quando ci connettiamo a quel luogo profondo dove sappiamo che Hashem è qui con noi – che Lui è quello che sta dirigendo lo show – allora tutto a un tratto, quelle persone e le loro bombe, e le loro macchinazioni malvagie, non appariranno più così grandi, si restringeranno alla grandezza delle formiche.

Ognuno di noi – e tutti noi insieme – siamo connessi alla Sorgente Infinita. Questo è il punto fondamentale. Connettere il finito all’Infinito, e portare sempre più dell’Infinito nel finito.

In questo modo possiamo avere la giusta prospettiva per capire il tempo in cui stiamo vivendo. Stiamo vivendo appena prima dell’alba dell’era messianica. Per questo siamo nati ora. Oltre che per rettificare tutto ciò che dobbiamo rettificare dalle nostre vite precedenti, siamo qui per partecipare al grande risveglio. Siamo parte del GRANDE EVENTO DELLE ANIME.

La profezia sta per essere ristabilita, la visione spirituale e la comprensione. Le ragioni più profonde delle cose, inclusi i poteri spirituali all’opera dietro le quinte. E, cosa più importante di tutte, il potere spirituale che c’è dietro a tutto. Leggete cosa dice la Torah:

“Mentre il Faraone si avvicinava, i bnei Yisrael (il popolo di Israele) alzarono gli occhi ed ecco che Mitzrayim (secondo il commento di Rashi: l’angelo-principe dell’Egitto) li seguiva da vicino; essi erano terrorizzati; e allora i bnei Yisrael implorarono a gran voce Hashem” (Esodo 14:10, secondo Rashi, da Deuteronomio Rabbah 1:22).

Benedetto Hashem, subito dopo leggiamo:

Mitzrayim morto al sfat ha’yam [l’angelo principe dell’) Egitto morto (singolare) sulla riva del mare” (Esodo 14:30)

Vediamo il profeta Daniele. Tutti i sette capitoli del libro del profeta Daniele sono dedicati alla sua visione dei quattro imperi che avrebbero governato il mondo. Nella sua visione questi imperi avevano la forma di quattro immense bestie terrificanti, cui seguiva il regno eterno del Messia:

Nella mia visione notturna, stavo guardando quando, ecco che i quattro venti del cielo iniziarono ad agitare le acque del grande mare. Quattro bestie immense sbucarono dal mare, ognuna diversa dall’altra. La prima era un leone con ali d’aquila. Continuai a guardare fino a quando [vidi che] le sue ali furono strappate via e la creatura fu rimossa dalla terra… e poi ecco, un’altra bestia, una seconda, simile a un orso…Dopo di questa, stavo guardando, ed eccone un’altra, simile a un leopardo, con quattro ali di uccello sul dorso. La bestia aveva quattro teste, e gli fu dato dominio.

E dopo di questo, in una visione notturna, ed ecco apparire una quarta bestia, eccezionalmente terrificante, stupefacente e fortissima. Con immensi denti di ferro, ed essa stava divorando, masticando e calpestando il resto [cioè le altre bestie] con le sue zampe. Era diversa dalle altre bestie che l’avevano preceduta, e aveva dieci corna. Stavo guardando fisso le corna ed ecco che un altro corno, più piccolo, spuntò fra di loro, sradicando tre dei corni precedenti. E, prodigio, in questo corno c’erano occhi come quelli umani, e una bocca che diceva parole arroganti.

Guardai finché furono preparati dei troni, e l’Antico dei Giorni (Atik Yomin) si sedette. I suoi abiti erano bianchi come la neve e i capelli della Sua testa erano come lana immacolata. Il suo trono era composto da fuoco splendente, con ruote fiammeggianti. Un ruscello di fuoco sgorgò da davanti a lui; una moltitudine [cioè un milione di angeli] era al suo servizio, e miriadi di miriadi [cento milioni di angeli meno importanti) Gli stavano innanzi. Il giudizio era pronto, e i libri furono aperti.

Io guardai: per via della voce che aveva parlato parole arroganti, guardai fino a quando la bestia fu massacrata e il suo corpo distrutto, e gettato dentro un fuoco ardente. Per quanto riguarda le altre bestie, il loro dominio fu distrutto, ma la loro vita fu prolungata fino a una stagione e un tempo.

Stavo guardando nella mia visione notturna, ed ecco che insieme alle nuvole del cielo ne arrivò una che somigliava a un uomo. Si avvicinò all’Antico dei Giorni, e lo portarono di fronte a Lui. Lui gli diede il dominio, la gloria e la regalità. I popoli, le nazioni e le lingue lo serviranno. Il suo dominio sarà perenne. Non cesserà. La sua sovranità non potrà mai essere distrutta.

Quanto a me, Daniele, il mio spirito si sentiva a disagio nel suo involucro (corpo), e le visioni della mia mente mi avevano sconvolto. Mi avvicinai a uno di quelli che stavano in piedi (gli angeli) e gli chiesi la verità riguardo a tutto questo. Lui mi parlò e fece in modo che quello che era successo avesse un significato per me. “Queste bestie immense, tutte e quattro, sono quattro imperi che sorgeranno. (Daniele 7:3-17).

Nel capitolo otto, Daniele ha un’altra visione terrificante:

Vidi nella mia visione che ero sul fiume Ulai (nota 2). Alzai gli occhi e vidi, ed ecco un ariete lì accanto al fiume, con delle corna; e le sue corna sono lunghe, ma una è più lunga dell’altra; e quella più lunga sta venendo fuori per ultima. Vidi l’ariete spargere sangue verso ovest e verso nord e verso sud, e nessuna bestia poteva stargli davanti, e nessuno poteva salvare (nessuno) da lui. Faceva quello che voleva, e continuava a crescere.

Stavo contemplando, ed ecco che un caprone arrivò da ovest, attraversando tutta la terra senza toccare per terra. E il caprone aveva un grosso corno tra gli occhi. Si avvicinò all’ariete con le corna che avevo visto vicino al fiume, e si mise a correre verso di lui con tutta la furia della sua potenza. Lo vidi raggiungere l’ariete. Combattè ferocemente contro di lui, e lo massacrò spezzando le sue due corna. L’ariete non ebbe la forza di tenergli testa. Lui [il caprone] lo sbattè a terra e lo calpestò, e non ci fu nessuno che potè salvare l’ariete da lui… (Daniele 8:2-7).

L’angelo Gabriele appare a Daniele e gli rivela: “L’ariete con le corna che hai visto sono i re di Madai/Media e Paras/ Persia. E il caprone è il regno di Yavan/Grecia. (ibid. 8:20-21).

Dopo l’arcangelo Gabriele rivela a Daniele particolari del lontano futuro. Daniele è così turbato da questa rivelazione angelica che si lamenta e prega per tre settimane: “In quei giorni, io, Daniele, mi lamentai per tre settimane. Non assaggiai pane saporito, nè carne o vino entrarono nella mia bocca, nè mi unsi fino al termine delle tre settimane”(ibid. 10:2-3) (nota 3).

Infine, alla conclusione del decimo capitolo di Daniele, ci viene detto di come Gabriele, insieme a Michele, il difensore spirituale celeste d’Israele, si opposero all’angelo principe di Paras/Persia:

Lui (Gabriele) mi disse: “Daniele, non temere! Perché dal primo giorno in cui hai deciso di capire e di restare saldamente vicino al tuo Dio, le tue parole sono state ascoltate, e sono venuto ora proprio grazie alle tue parole [oppure: per merito delle tue preghiere ora mi è stato permesso di entrare al cospetto del trono divino per intercedere per conto di Israele (Talmud Yoma 77a)]. Il principe celeste del regno di Paras/Persia si oppose a me per ventuno giorni, quando, ecco che Michele, uno dei più eminenti principi del Cielo, venne ad aiutarmi, e io rimasi lì accanto ai re di Paras/Persia (per bloccarli)” (Daniele 10:12-13).

“Ora tornerò per combattere con il principe celeste di Paras/Persia; poi me ne andrò. Ma ecco che il principe celeste di Yavan/Grecia si avvicina. Tutto quello che ti dirò ora è iscritto in lettere di verità [cioè: inalterabili] ([cioè, anche se non posso essere di aiuto contro i Greci come lo sono stato contro i Persiani, perlomeno ti avvertirò di ciò che sta per abbattersi sulla tua nazione). E nessuno mi sarà vicino per aumentare la mia forza contro questi [eventi decretati] eccetto il tuo principe celeste, Michele” (Ibid. 10:20-21)

Subito dopo che Gabriele e Michele riuscirono a vincere l’angelo di Paras (decretando così la fine dell’impero Persiano), l’angelo di Yavan/Grecia compare per prendere il suo posto. Tutto quello che Gabriele può fare ora è dire a Daniele quello che accadrà. I versi 1-39 dell’undicesimo capitolo riguardano la profezia dettagliata di Gabriele dell’oppressione d’Israele sotto il dominio greco. I restanti cinque versetti alla fine del capitolo undici, più tutti i tredici versetti del dodicesimo e ultimo capitolo di Daniele ci portano di nuovo nel futuro, cioè alla fine del quarto impero, l’impero di Roma.

Il significato è questo: ogni nazione/impero (eccetto Israele, il cui potere spirituale è Hashem) ha un angelo-principe in cielo, attraverso il quale assurge allo stato di potenza mondiale. Per neutralizzare il potere di quella nazione/impero, basta neutralizzare la sua fonte di potere spirituale; quella nazione/impero cadrà quindi automaticamente.

Rivelando a Daniele cosa accadde in cielo con questi angeli-principi, Gabriele lo informò di quello che più in là sarebbe accaduto sulla terra:

Il tempo accordato all’impero persiano per governare il mondo sarebbe arrivato alla fine; a quel punto sarebbe seguita l’ascesa dell’impero greco, che a sua volta sarebbe stato seguito dall’impero romano, seguito poi dal regno messianico.

Secondo la nostra Torah, è così che funziona la storia. Ciascuno dei quattro imperi che avrebbero governato il mondo (Babilonia seguita dalla Persia, seguita dalla Grecia, seguita da Roma) ricevette il suo potere di regnare da Hashem attraverso i suoi angeli-principi celesti. In ciascun caso, fatta eccezione per l’ultimo impero, un altro angelo-principe rimpiazzò il suo predecessore.

L’ultimo impero, Roma, non sarà rimpiazzato da un altro angelo. La sua fine (resa) coinciderà invece con la fine del mondo fisico così come lo conosciamo noi – e questo sarà il segnale dell’inizio dell’Era Messianica (vedi più sotto).

Come possiamo confrontarci con i nostri nemici, sia fisici che spirituali? A Rosh Hashanah (il Capo d’Anno ebraico) mangiamo diversi tipi di cibo (datteri, melograni, porri e altri simbolici) – e giocando sul doppio significato di ciascuno di essi, diciamo una preghiera speciale.

Sui tamarin (datteri) diciamo:

Sia la Tua Volontà, Hashem, nostro Dio e Dio dei nostri padri, sh’yitamu (di porre fine) ai nostri avversari e ai nostri nemici e a tutti quelli che vogliono farci del male.

Sui karti (porri) diciamo:

Sia la Tua volontà, Hashem, Dio nostro e Dio dei nostri padri, sh’yikaretu (che siano recisi) i nostri avversari e i nostri nemici e tutti quelli che vogliono farci del male.

Sulle silka (barbabietole) diciamo:

Sia la Tua volontà, Hashem, Dio nostro e Dio dei nostri padri, sh’yistalku (che siano allontanati) i nostri avversari e i nostri nemici e tutti quelli che vogliono farci del male.

Secondo il Ben Ish Chai, la parola “avversari” si riferisce ai nostri nemici esterni, quelli fisici; la parola “nemici” si riferisce ai nostri nemici interiori, psicologici, creati dai nostri peccati; mentre “tutti quelli che vogliono farci del male” si riferisce ai nostri nemici spirituali (Ben Ish Chai, Parashat Nitzayim 4).

Non è evidente che tutti questi “nemici” sono aspetti diversi della stessa cosa? (nota 4). Quando ci disconnettiamo interiormente, le forze spirituali corrispondenti del male sono potenziate, il che a sua volta permette ai nostri nemici fisici di farci del male, Dio non voglia.

Al contrario, quando ci correggiamo spiritualmente, facciamo penitenza (teshuvah), riallineandoci così con Hashem, rimuoviamo automaticamente (e persino addolciamo) qualunque accusa o forma di giudizio che ci stia aspettando in cielo, il che di fatto neutralizza (e addirittura trasforma) qualunque nemico fisico ed esterno a noi che abbia mai volute farci del male.

Come abbiamo visto in precedenza, l’ultimo impero, Roma, non sarà rimpiazzato da un altro angelo. La sua fine (morte) coinciderà invece con la fine del mondo fisico così come lo conosciamo ora – il che sarà il segnale dell’inizio dell’Era Messianica. Questo, secondo il Maharal, è uno dei messaggi che riceviamo dalla visione della scala di Giacobbe. Innanzitutto leggiamo nel midrash (Levitico Rabbah 29:2; Pirkey d’Rebbi Eliezer 35):

Rabbi Nachman iniziò il suo discorso: “E tu, O Giacobbe, Mio servo fedele, non avere paura! (Geremia 30: 10, 46:27-28, Isaia 44:2). Questo verso si riferisce a Giacobbe nostro padre, come in “Lui sognò, ed ecco che una scala fu posta sulla terra e la sua sommità raggiungeva il cielo. Ed ecco che gli angeli di Dio salivano e discendevano su di essa” (Genesi 28:12). Rabbi Shmuel bar Nachman disse: Questi angeli sono gli angeli-principi delle nazioni. Impariamo da questo che il Santo Benedetto mostrò a Giacobbe nostro padre l’angelo-principe di Babilonia mentre saliva settanta gradini della scala [corrispondenti ai settant’anni durante i quali Babilonia avrebbe governato il mondo] e li discendeva; l’angelo-principe di Persia che saliva e discendeva cinquantadue gradini; l’angelo-principe di Grecia che saliva e discendeva centottanta gradini; l’angelo principe di Edom che saliva in alto e sempre più in alto [senza discendere]. In quel momento, Giacobbe fu preso dal terrore, e disse, “ È possibile che non discenda?” Il Santo Benedetto rispose, “Non avere paura, Mio servo Giacobbe! Anche se dovesse salire fino a sedersi accanto a Me, da qui lo butterò giù.” Questo è il significato di “Anche se vi preparate un nido in alto come quello di un’aquila, e lo ponete fra le stelle, Io da lì vi riporterò in basso, dice Hashem” (Ovadia 1:4)

Commentando questo midrash, il Maharal di Praga scrisse (Netzach Yisrael 17):

A Giacobbe fu mostrata l’ascesa e la caduta dei primi tre imperi. Egli vide anche l’ascesa del quarto impero, ma non la sua caduta. Il motivo di questo è che Hashem decise la storia in modo che ciascuno dei primi tre arrivasse alla sua fine all’interno dei parametri [delle leggi fisiche] di questo mondo….Non così il quarto impero. La sua caduta sopraggiungerà solo dall’Alto [cioè in un modo miracoloso, come un atto rivelato del Cielo]…attraverso il Messia che rappresenta egli stesso la rivelazione del Cielo (che opera molto più in alto delle leggi fisiche di questo mondo).

Rabbi Eliyahu Dessler cita il brano sopraccitato. Per poter apprezzare il pieno potere delle sue parole, dobbiamo tornare ai versetti essenziali della profezia che Hashem ha fatto attraverso Ovadia, riguardo la fine di Edom/Roma:

L’orgoglio dei vostri cuori vi ha ingannati; voi, che risiedete nelle fenditure della roccia, la cui abitazione è in alto, che dite nei vostri cuori: “Chi potrà riportarmi sulla terra?” Anche se vi preparerete un nido in alto, come quello dell’aquila, ponendolo in mezzo alle stelle, Io vi riporterò in basso da lassù, dice Hashem….Non distruggerò in quel giorno, dice Hashem, coloro il cui giudizio deriva da Edom e (coloro il cui) discernimento deriva dal Monte di Esaù? Perchè il giorno di Hashem è vicino sopra tutte le nazioni. Quello che voi avete fatto, sarà fatto a voi; le vostre azioni ricadranno sulla vostra testa… Ma sul monte di Sion si radunerà un rimanente di persone, e sarà sacro; e la casa di Giacobbe erediterà la sua eredità….I redentori (il Messia ben David e il Messia ben Yosef) ascenderanno il Monte Sion per giudicare il Monte Esaù. (In quel tempo) sarà rivelato che la sovranità è sempre appartenuta esclusivamente a Hashem (Ovadia 1:3-21).

Rabbi Dessler cita il midrash in questo brano conclusivo (Miktav MiEliyahu, volume III, pag. 205):

La fine (morte) del quarto impero non sarà uguale a quella dei suoi predecessori. Questo è stabilito esplicitamente nel midrash sui versetti seguenti della Torah:

Hashem parlò a Mosè e Aronne, dicendo loro di parlare con i bnei Yisrael e di far loro arrivare il seguente messaggio: Di tutti gli animali del mondo, ecco quelli che potete mangiare: fra i mammiferi, potete mangiare (qualunque di loro) che abbia gli zoccoli con una spaccatura e che sia ruminante. Tuttavia, fra i ruminanti che hanno gli zoccoli, ecco quali non potete mangiare: il gamal (cammello) sarà impuro per voi, anche se è un ruminante, perché non ha un vero e proprio zoccolo. Lo shafan (irace) sarà impuro per voi, anche se è un ruminante, perché non ha un vero e proprio zoccolo. L’arnevet (lepre) sarà impura per voi, anche se è un ruminante, perché non ha un vero e proprio zoccolo. Il chazir (maiale) sarà impuro per voi anche se ha un vero e proprio zoccolo spaccato, perché non è un ruminante. (Levitico 11:1-7)

Il Midrash rivela un altro livello di conoscenza qui racchiusa (Levitico Rabbah 13:5):

“Il cammello…maaleh gerah – è un ruminante”, si riferisce a Babilonia, che garar-trae/porta sulla sua scia un altro impero a seguire. “L’irace…maaleh gerah-è un ruminante,” questo si riferisce alla Persia/Media che garar- trae/porta sulla sua scia un altro impero a seguire. “La lepre…maaleh gerah-è un ruminante,” questo si riferisce alla Grecia che garar-trae /porta sulla sua scia un altro impero a seguire. “Il maiale…gerah lo yigor – mastica ma non è un ruminante,” questo allude a Roma, sh’eina goreret – che non trarrà/porterà nessun altro impero sulla sua scia. Perché si chiama chazir? Perché sarà quello che mechazeret – ritorna/ristabilisce la corona al suo legittimo Signore. Questo è il significato di: “I redentori ascenderanno sul monte Sion per giudicare il Monte Esaù; ve’haita laHashem ha’melukhah – (in quel tempo) sarà rivelato che la sovranità è sempre appartenuta esclusivamente ad Hashem.”

L’impero di Edom/Roma non sarà seguito da un altro impero – perchè la fine del suo governo coincide esattamente con la fine di questo mondo così come lo conosciamo, il che non è altro che l’inizio dell’Era Messianica. Sarà quindi quello che riporterà e restituirà la corona al suo legittimo Signore – perché il regno del Messia spunterà fuori dal centro dell’impero romano, sorgerà dalle ceneri di Edom, il regno dei Cieli sarà rivelato. “Sarà rivelato che la sovranità è sempre appartenuta esclusivamente ad Hashem” [cioè sarà chiaro anche retroattivamente che Hashem stava guidando la storia da dietro le quinte di questi imperi esterni; nella Cabala questo è noto con il termine di Shekhinta be’Galuta, la Divina Presenza in esilio [operante cioè in incognito dietro le quinte).

Questo segnalerà la fine di questo mondo così come lo conosciamo, quando le fondamenta della civilizzazione si disgregheranno e finiranno a pezzi. [Durante questo periodo di transizione] non ci sarà pace; le vite di moltissimi individui saranno colme di ansia, angoscia e patimenti. Il mondo intero tremerà di terrore di fronte al pericolo dell’annientamento e distruzione. Allora sarà rivelato a tutti che l’impudenza dell’uomo e il suo orgoglio nel conquistare il mondo porta solo all’estinzione. Tutti riconosceranno il vuoto di questo mondo [quando è separato dalla Divinità]…Ma la rivelazione di questo vuoto di Edom è esattamente ciò che è necessario per portare il mondo alla rivelazione del Messia. Solo riconoscendo la totale mancanza di significato di questo mondo [quando è privato di Dio] il genere umano sarà elevato alla vera visione spirituale. [Questo è ciò che intendiamo quando dichiariamo che] con la morte di Edom arriverà la rivelazione della luce del Messia.

Questo è quello che abbiamo detto in precedenza (nel midrash e nel Maharal), ovvero, che il crollo di Edom avverrà necessariamente ad un livello che trascende le leggi di questo mondo. Questo è il livello del Beit HaMikdash, il livello della vera visione spirituale alla quale l’umanità ascenderà solo dopo che Hashem avrà rivelato l’irrealtà del mondo materiale [quando è separato dalla Divinità].

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Ricordate: ogni nazione/impero ha un potere spirituale angelico in cielo attraverso cui riceve il suo potere innalzandosi all’apice del successo. Per neutralizzare il potere di quella nazione/impero, basta neutralizzare la sua fonte di potere spirituale. Ora capiamo che ci è richiesto di fare un lavoro interiore significativo. Attraverso questo lavoro interiore possiamo metterci in sintonia con il Cielo. In questo modo, possiamo neutralizzare qualunque nazione o potenza del mondo che cerchi di contrastare il volere del Cielo.

Ci sono molti altri esempi riguardanti questo concetto. Nella Torah, Giacobbe combatte con un angelo. La lotta si svolge simultaneamente a ogni livello della realtà. Il fatto che sia avvenuta sul piano fisico è evidenziato dalla ferita che Giacobbe riportò durante il combattimento. Tuttavia, ancor più importante, si trattò di una battaglia spirituale e psicologica. Psicologicamente, Giacobbe fu aggredito nella sua stessa mente. Spiritualmente, fu aggredito nella sua anima. L’intera esistenza del Clal-collettività di Yisrael era a repentaglio.

Solo connettendosi alla sua radice spirituale Giacobbe fu in grado di opporsi a quest’assalto alla sua esistenza. Alla fine della lunga notte (che rappresenta la notte-esilio fino alla venuta del Messia) l’angelo benedice Giacobbe: “Il tuo nome non sarà più Giacobbe [calcagno, usurpatore), bensì Yisrael, ki sarita im Elokim ve’im anashim vatukhal (perché hai conteso con Dio e l’uomo e hai prevalso)” (Genesi 32:29). Yisrael significa “sar-El”: colui che ha lottato con Dio” oppure “colui che è grande di fronte a Dio); significa anche “yashar-El: chi si dirige diretto da Dio”; e anche “chi è retto con Dio”; “yashir-El: colui che canta a Dio; “ish-raah-El: colui che ha visto Dio.”

Il concetto di Yisrael esisteva fin da prima della creazione del mondo, ma fu solo dopo questa lotta che Giacobbe meritò di portare sia il nome che il concetto ad esso associato.

Re David ci ha insegnato come comportarci contro le macchinazioni malvagie dei nostri nemici, sia spirituali che fisici. Parlando a nome di tutto Israele, proclamò:

Tutte le nazioni (che mi circondavano) mi misero sotto assedio, eppure con (una sola pronuncia del) Nome di Hashem le sconfissi. Mi si agitarono intorno come api, ma furono consumate come il fuoco (consuma) le spine, poiché con (una sola pronuncia del) Nome di Hashem le sconfissi. (Salmo 118:10-12)

E fu esattamente così che David affrontò Golia:

Ma David disse al Filisteo, “Tu vieni contro di me con una spade, una lancia e un giavellotto, ma io mi pongo contro di te con il Nome YKVK, il Signore delle schiere, Dio degli eserciti di Israele, contro il Quale tu hai commesso blasfemia…” (Samuele 17:45)

Come possiamo trionfare sui nostri nemici? Con il Nome di Hashem: YOD, KEH, VAV, KEH, la parola più potente del linguaggio umano. Perché è molto di più di una parola: è una formula, la formula che è alla base di tutta l’esistenza; la formula che il Creatore del mondo usò per portare in vita il mondo; la formula che Lui usa per portare il mondo alla sua perfezione finale. Noi neutralizziamo e sconfiggiamo i nostri nemici con il Nome di Hashem, perché questo Nome dichiara la fine di TUTTE LE GUERRE. Rende qualunque guerra totalmente obsoleta perché eleva l’uomo al di sopra del suo egocentrismo, e gli permette di capire e di ammettere (se è abbastanza coraggioso) quanto è stato cieco.

È esattamente così che il Messia ben David affronterà i suoi nemici:

E un germoglio spunterà dal ceppo di Yishai, e un ramo nascerà dalle sue radici. Lo Spirito di Hashem riposerà su di lui: lo spirito della saggezza e della comprensione, lo spirito del consiglio e della potenza, lo spirito della conoscenza e del timore che ispira Hashem. Lui annuserà (sentirà) attraverso il timore di Hashem, invece di giudicare con la sua vista o castigare in seguito alle cose udite. Con giustizia egli giudicherà il povero e deciderà con equità sul mite della terra. Colpirà la terra con la verga della sua bocca e farà a pezzi il malvagio con l’alito delle sue labbra. La giustizia sarà la cintura in vita e la fede la cintura dei suoi lombi. (Isaia 11:1-6).

Note al testo:
1) Il Midrash insegna che Hashem formò il corpo di Adamo dalla polvere raccolta in tutti gli angoli della terra. Poi soffiò in lui una nishmat chayim (anima-respiro vitale) per donargli la vita. Quest’atto divino avvenne il primo venerdì, il sesto giorno della creazione. Per questo le donne ebree ancora oggi il venerdì impastano e cuociono la challah (il pane dello Shabbat), in preparazione dello Shabbat. Adamo fu la challah, l’impasto scelto della terra, creato il sesto giorno della creazione, in onore dello Shabbat.
Quel primo venerdì corrisponde anche all’attuale sesto millennio. Durante il sesto millennio, ci è stato detto, Hashem radunerà la polvere del corpo di Israele da tutti gli angoli della terra fino alla terra di Israele. Poi soffierà una nishmat chayim in Israele, per resuscitare il popolo ebraico e dargli il potere spirituale necessario per realizzare la sua missione profetica alla fine della storia. Questo è il significato della profezia di Gioele riguardo l’era messianica, “ E dopo, Io (Hashem) riverserò il Mio spirito su tutte le carni. I vostri figli e figlie profetizzeranno; i vostri anziani sogneranno sogni, e i vostri giovani avranno delle visioni”. (Gioele 3:1) Tutto il genere umano sarà elevato all’esperienza della profezia, iniziando da Israele.
Il profeta Ezechiele ebbe una visione profetica della valle delle ossa secche. Secondo il Gaon di Vilna e il Malbim, è una corrispondeza parallela alla resurrezione del corpo ebraico, che si verificherà come parte dell’evento messianico. Come Adamo nel giardino dell’Eden, questa resurrezione si svolgerà in due tempi. Nel primo, le ossa del corpo si uniranno insieme. Solo allora la neshama-anima entrerà nei corpi per farli rivivere completamente. In entrambi i casi, la parte fisica precede quella spirituale. Per cui anche la restaurazione fisica del popolo ebraico precederà il ristabilimento dell’anima. Stiamo ora assistendo alla resurrezione del corpo d’Israele. Quando l’anima sarà tornata, Israele potrà realizzare la sua missione di cuore e anima, cioè di vero leader e insegnante dell’umanità. Per questo Hashem sta facendo tornare i figli d’Israele a Lui.

2) La parola ulai in ebraico significa “forse”. Secondo la mia umile opinione, questo conferma l’idea che nessuna di queste profezie negative deve necessariamente avverarsi. Infatti esse avverranno – il programma del livello più basso continuerà a dipanarsi – se Israele e il genere umano non si sveglieranno. Ma se riusciamo a svegliarci – in qualunque momento – tutto può cambiare.

3) Secondo Rabbi Yitzchak Abarbanel, la costernazione di Daniele fu causata dal suo rendersi conto che la redenzione totale era ancora lontana nel tempo (Artscroll Daniel, p. 260).

4) Questo ricorda la descrizione del Talmud del tre-in-uno riguardante lo yetzer hara (l’inclinazione al male): “Lo yetzer hara (nel cuore dell’uomo) non è altro che l’avvocato accusatore. Come tale (in Alto) non è altro che l’Angelo della Morte. (Come inclinazione al male) scende (nei pensieri di una persona) spingendola a peccare. Poi (nelle vesti dell’Avvocato accusatore), sale in cielo e scaglia le sue accuse contro questa persona. (Alla fine, spogliandosi dei suoi travestimenti) ridiscende in terra come l’Angelo della Morte e si prende l’anima dell’uomo” (Talmud Baba Batra 16a). Semplificando, da questo impariamo che il peccato, l’accusa di colpevolezza e la punizione sono così intrecciati inestricabilmente, da essere in realtà aspetti diversi della stessa cosa.

Grazie a Rav Avraham Sutton www.avrahamsutton.com

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