La selezione – birur – delle scintille di santità

26/03/2012 Off di Miriam Oryah

I nostri saggi dicono che “non c’è nulla al di sotto, neppure un filo d’erba, che non abbia un angelo-principe in alto che lo colpisce, dicendogli di crescere” (fonti Bereshit Rabbah 10:6; see Zohar 1:34a, 2:15b, 2:30b, 2:80b, 2:171b, 3:86a; Zohar Chadash 15b; Derech Hashem 1:5:2-3).

Troviamo un’affermazione parallela in altre fonti primarie: “Tutto in basso, non importa quanto piccolo, ha una controparte in alto” (Zohar 1:156b; Ibn Ezra e Ramban su Genesi 28:12; Moreh Nevuchim 2:4; Ikkarim 3:5).

Scrive Rabbi Moshe Chaim Luzzato in Derech Hashem 1:2:1-2:
“Colui che sovrintende a tutte queste cose è Dio stesso, e lo fa nello stesso ordine in cui Le ha create. Così, Egli sovrintende dapprima sulle forze trascendentali [sefirot], e tutto ciò che deriva dalla loro vera essenza. Dio governa poi gli agenti angelici incaricati di mantenere l’esistenza e di far funzionare di tutto ciò che esiste, dando loro la possibilità di svolgere il loro compito. La razza umana, tuttavia, è diversa da tutte le altre specie, poiché le è stato dato il libero arbitrio. L’uomo ha quindi un’influenza attiva, in movimento, e non è qualcosa su cui si può semplicemente agire.”

E il Meor VeShemesh, Genesi, s.v. Vayomer Elokim tadshe Ha’aretz, p. 2b:
“Il Talmud [vale a dire il Midrash] dice:
Non vi è un solo filo d’erba in terra che non abbia un angelo in cielo che lo colpisca dicendogli di crescere. A prima vista, il fatto di dover essere colpito da un angelo ci sembra veramente strano.
Per renderlo comprensibile, tuttavia, è importante ricordare che il Santo ha creato il mondo con le ventidue lettere, le corone delle lettere, i dieci punti vocalici, e i punti di cantillazione della Torah.
Ha poi associato e permutato tutte le lettere con le quattro lettere del Tetragramma Benedetto, che dona l’esistenza a tutto. Tale che nulla esiste che non sia collegato a qualche lettera o punto vocalico della Torah, che a sua volta è collegato al Nome Santissimo.

Tutte le piante e gli alberi sono così intrisi di un profondo desiderio di risalire alla loro sorgente. Negli scritti sacri del santo ARI di memoria benedetta, è detto che il concetto dell’associare e permutare le lettere dell’alfabeto ebraico è chiamato batisha [“colpire”]. Questo è dunque il significato dell’angelo che colpisce il filo d’erba e gli dice di crescere. Vale a dire, nulla esiste al di sotto, neanche un filo d’erba, che non abbia la sua particolare combinazione di lettere [configurazione energetica] che lo collega alla sorgente di tutta l’esistenza. Questo codice intrinseco è ciò che lo spinge a salire fino alla sua sorgente … ” (Si veda anche Tanya, Sha’ar HaYichud 12, pp 89ff.)

Questo significa che persino la crescita fisica delle piante non dipende solo da cause fisiche, ma essenzialmente dalla loro radice spirituale, che vivifica le scintilla di santità in esse presenti, obbligandole a crescere
Questo processo di Birur deve continuare sino a che gli esseri umani raffineranno ed eleveranno tutte le scintilla di santità ora prigioniere della klippah (gusti dell’impurità).

Questo articolo è solo un estratto. Per chi è interessato a leggerlo nella sua versione integrale insieme ad altri scritti profondi di autentica Cabalà ebraica, come insegnata dai rabbini cabalisti d’Israele, iscrivetevi alla nostra scuola di cabala via e-mail da Gerusalemme, Israele. Per ulteriori informazioni scrivere a scuoladicabala@gmail.com

Seguici e fa like!