Norme per la recitazione dei nomi divini e degli angeli

22/06/2011 Off di Miriam Oryah

Scrive Rabbi Aryeh Kaplan – grandissimo studioso contemporaneo di Torah, Talmud e Kabbalah, scomparso prematuramente il 28 gennaio 1983, all’età di soli 48 anni, lasciandoci in eredità più di 50 libri – nel suo libro Handbook of Jewish Thought, vol. II, Moznaim, Capitolo 8 “Rispettare Dio nel linguaggio”:

  • Secondo la legge ebraica (Shulchan Aruch, Orach Chayim 5:1) attualmente è vietato pronunciare l’ineffabile nome quadrilittero YKVK (il Tetragramma) così come è scritto.
  • Secondo la tradizione ebraica quando preghiamo (e in un modo prescritto, quando studiamo la Torah in lashon hakodesh –ebraico – il linguaggio profetico della Torah) ovunque il Tetragramma sia scritto, è letto Adonai. Quando il Tetragramma compare insieme al nome Adonai, viene letto Elokim (Shaarei Teshuvah, Orach Chaim 215:4; Pri Megadim, Eshel Avraham 215;5; Mishnah Berurah 215,14).
  • Se qualcuno pronuncia il Tetragramma così com’è scritto, può perdere la sua porzione nel mondo a venire. (Sanhedrin 10:1 (90a); Avodah Zarah 18a; Tosafot ad loc. s.v. hogeh hashem; Tosefta Sanhedrin 12:5, Tanchuma Vaerà 1).
  • L’unico luogo al mondo in cui è mai stato pronunciato il Tetragramma come è scritto è stato il Tempio Sacro di Gerusalemme (Kiddushin 71a). Nel servizio di Yom Kippur, il Cohen Gadol (Gran Sacerdote) lo pronunciava con i suoi punti vocalici unici.
  • Il Tetragramma è chiamato Shem ha’Meforash (nome proprio di Dio). Sebbene Dio stesso è assolutamente inconoscibile e innominabile, il Tetragramma denota la Sua emanazione superiore nella creazione. È perciò considerato il nome più sacro e non è mai pronunciato come è scritto, persino in preghiera (Midrash Tehilim 91,8: Yalkut Shimoni 2:843, Rash, Mishnah Yadaim 4:8 che cita Tosefta 2:9).

Scrive Rav Avraham Sutton, discepolo di Rav Aryeh Kaplan, nel suo libro Realizing the Unity (Jerusalem 1990-2011):

Il motivo di questo rigore è che il potere completo di questo nome scritto sarà rivelato solo nel mondo a venire. Fino ad allora, per così dire, è nascosto nel nome pronunciato Adnut, “come una spada nel suo fodero”.

Ci furono dei periodi durante la fase iniziale della storia d’Israele in cui il nome Havaya YKVK era pronunciato come era scritto (in preghiera ora si legge YKVK ma si pronuncia Adonai). Fino al periodo del secondo tempio, i sacerdoti (Cohanim) pronunciavano il nome quadrilittero con i suoi unici punti vocali (cholam, segol, kamatz, segol) quando
benedivano il popolo (Rabbi Moshe Cordovero, citato in Tosfot Yom Tov, Yoma 6:2 s.v. keshe ‘hayu). Da quando morì Shimon haTzadik nel 3470 (291 b.c.e.) solo il Gran Sacerdote (Cohen Gadol) diceva il nome e soltanto a Yom Kippur. Persino allora, era pronunciato a voce talmente bassa che veniva coperta dal canto degli altri cohanim (Kiddushin 71a; Rambam Avodat Yom haKippurim 2;6)
In tutti gli altri casi in cui non preghiamo e non stiamo studiando la Torah in ebraico, quando incontriamo il Nome Ineffabile diciamo YKVK (Yod, Keh, Vav, Keh) oppure HaShem (il Nome), oppure Havayah (Essere).

La stessa regola si applica ai seguenti nomi divini, quando non preghiamo o studiamo Torah in ebraico alteriamo leggermente la loro pronuncia, per via della loro santità, e li pronunciamo in questo modo:
Ekyeh (Io sarò), Kah (Dio), Kel (Onnipotente, Dio completamente amorevole), Elokim (Dio, Signore di tutte le forze), Elokenu (nostro Dio), Tzevakot (Signore delle schiere celesti), Shakai (Onnipotente) e Adanut (Signore, Maestro). Rav Avraham Sutton – Realizing the Unity – Gerusalemme 2011.

Gli altri nomi divini, come ad i nomi delle 72 lettere, non si pronunciano mai a voce, ne tantomeno si cantano, ma si recitano mentalmente o silenziosamente muovendo la bocca senza emettere alcun suono.

Questo vale anche per i nomi degli angeli, non si recitano mai ne a voce alta, ne a voce bassa e neppure si cantano, fatta eccezione per i nomi di angeli che sono anche nomi di persona (es. Gabriel, Michael, Uriel, Rafael): i nomi degli angeli si recitano  silenziosamente senza produrre suono.

Riflettete su come essi siano i contenitori e gli strumenti della trasmissione del potere divino.

Fate molta attenzione: recitare con la voce i nomi divini e degli angeli trasforma la benedizione in maledizione.

 

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