Ki Adam Etz haSadeh – L’uomo è un albero del campo

Ki Adam Etz haSadeh – L’uomo è un albero del campo

26/01/2016 Off di Miriam Oryah

In Netzach Yisrael, capitolo 7, il Maharal di Praga scrive: “In verità, l’uomo [ogni essere umano, e tutta l’umanità] può essere paragonata a un albero, come è scritto: “Ki ha’adam etz ha’sadeh – perchè l’uomo è un albero del campo” (Deut. 20:19). La differenza è che l’uomo è un albero rovesciato: le radici di un albero fisico sono sulla terra, mentre la radice dell’uomo è in Alto [attaccata all’Albero della Vita].
Perché la neshamah (l’anima spirituale) è la shoresh/radice dell’uomo, ed è in cielo [vale a dire, nella sua testa, che corrisponde alla dimensione spirituale]; le sue mani sono come i suoi rami principali e i suoi piedi sono i rami più piccoli che si dipartono da quelli. Il suo torso è il tronco del suo albero. Perché è così importante da capire? La radice di un albero fisico è sotto e riceve il suo sostentamento dal terreno sottostante. L’anima dell’uomo, invece, trae la sua forza vitale dal cielo.”
Rabbi Shlomo Wolbe aggiunge: “Così, al contrario di un albero fisico che cresce dal basso verso l’alto, l’uomo, che ha la sua radice in alto, cresce dall’alto verso il basso, dalla sua radice celeste giù nel suo corpo in questo mondo … Proprio perché l’uomo ha la sua radice in Alto, può fondarsi su quella radice superiore, trasferendo così il suo principale punto di riferimento da questo mondo al mondo superiore. Questo fondarsi in alto è così importante perché rafforza l’emunah, la fiducia nell’En Sof Benedetto di una persona a tal punto che niente lo può smuovere dal sapere che Egli è responsabile di tutto.
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