Il male nella visione monoteistica ebraica

03/04/2011 Off di Miriam Oryah

Rabbi Avraham Sutton  


Traduzione del video Miriam Oryah Ghiladi

Il giudaismo si distingue profondamente da certe religioni antiche dualistiche come lo zoroastrismo o il manicheismo e da molte altre che sono addirittura politeistiche.

Il giudaismo enfatizza infatti che esiste un solo Dio, e che non esiste altra forza al mondo se non quella di Dio, al punto che gli ebrei sono pronti a offrire la loro vita per questa verità.

Vediamo dunque che nella fede ebraica non è Dio che si contrappone a Satana, cioè al male, ma l’uomo. L’uomo e il male sono i due contendenti: Dio è al di sopra di entrambi.

Dio ha creato delle situazioni di vita in cui dobbiamo confrontarci con il male, una forza antitetica alla santità, che siamo tenuti a trasformare e trasmutare in bene.

Contrariamente all’apparenza, viviamo veramente un universo monoteistico. Niente si svolge al di fuori della visione dell’En Sof, il Dio Infinito.

È un modo veramente diverso di considerare la vita. Chi si trasforma in un ricettacolo del male, che si lascia ingannare da esso, come Faustus o Mefistofele, paga a caro prezzo questa scelta.

Il male ci illude di poterci offrire moltissimo, la ricchezza, la soluzione ad ogni nostro problema, ma in fondo al contratto che vuole che firmiamo c’è una clausola scritta in lettere minuscole che dice che alla fine si prenderà la nostra anima.

Perchè il male non ha una sua forza vitale, è un parassita che si nutre e vive di chi si vende a lui, a cui fa credere di star dando qualcosa, ma in realtà è il male che prende, succhia l’energia, l’anima, della sua vittima. Il male è ingordo e non regala assolutamente niente.

Il motivo principale dell’esistenza di grandi saggi ebrei come l’ARI Rabbi Moshe Luria, Rabbi Chaim Luzzatto, il Baal Shem Tov, e molti altri, è stata quella di spiegare all’umanità il perchè dell’esistenza del male.

Dobbiamo considerare il male da un altro punto di vista, vederlo con occhi differenti e vera comprensione.

Il male è stato il più grande favore che Hashem ha potuto farci, perchè quando vinciamo questa forza, che sembra opporsi ad ogni nostro tentativo di fare il bene, quando vinciamo la forza delle tebenebre, riveliamo la santità di Dio.

Il male è il nostro antagonista interiore ed esteriore che pone continuamente ostacoli sul nostro cammino: quando ci liberiamo di questi ostacoli, superandoli vittoriosi, cresciamo in consapevolezza. Senza questo antagonista non potremmo mai crescere.

La grandezza della vita si trova nei suoi test, nelle sue difficoltà. Non bisogna soccombere alle difficoltà, ma superarle: Hashem non ci manda mai delle prove che non siamo in grado di superare.

Il male è una forza reale, perché si incarna nelle persone che finiscono sue prigionieri, che si trasformano in veicoli del male.
Questo è il disastro della storia, l’incubo da cui dobbiamo risvegliarci.

Quando cominciamo ad avere una presa sul male, a dominarlo, possiamo trasmutare la sua energia, acquistando un livello superiore di coscienza, di pienezza, di potere, che non avremmo mai potuto ottenere se il mondo fosse stato perfetto sin dall’inizio.

Constrastando e vincendo il male, lo assogettiamo a Dio, di cui diventa il servitore.

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